La Sonata a Kreutzer: inferno interiore e delitto passionale
"Se non fosse sbucato fuori lui, sarebbe stato un altro che avrebbe offerto un pretesto allo scoppio della mia gelosia"
Il delitto d'onore, la carica rivoluzionaria della visione di Tolstoj
Un treno, un viaggio indefinito e due personaggi si profilano all'orizzonte del romanzo tolstojano, Pozdnysev e il suo fittizio interlocutore. A lui il tormentato protagonista narra della sua vicenda di delitto nei confronti della moglie, a suo dire sedotta da un abile avventuriero nonché musicista, assiduo frequentatore della sua casa, vicenda che si sviluppa non tanto per il tradimento quanto per la supposizione di esso. Pozdnysev è un uomo inquieto, travagliato da dilemmi esistenziali e morali che non rendono facile, fin da subito, i rapporti con la consorte, una donna della borghesia che, di certo, non spicca per dolcezza o affabilità, forse insoddisfatta per quel matrimonio quasi combinato. Per scriverlo, Tolstoj partì dallo spunto offertogli dall'esecuzione della popolare Sonata di Beethoven ad opera del violinista Nagorov (a cui si ispira il seduttore, personaggio del romanzo) e da alcune lettere pervenutegli, come emerge dai suoi diari.
Contrariamente a quanto emerge dal romanzo, nell'intenzione di Tolstoj vi è quello di presentare non un marito tradito, bensì la tragica fine di una donna asservita ad oggetto sessuale del partner, che nasconde dietro alla parola "amore" la giustificazione dell'omicidio, marito che, tuttavia, sembra altresì pentito del suo gesto; quello dello scrittore è un gesto rivoluzionario, considerando il periodo e il luogo in cui ha vissuto. Ma, oltre a questo, bisogna anche tenere conto del momento di vita che attraversava, infatti la Sonata risale al periodo del Tolstoj convertito: da qui parte per fare la considerazione su cosa sia l'amore se non "la seducente ed ingannevole veste di cui si ricopre il nudo desiderio sessuale", il desiderio di perpetuare la specie a spese delle sofferenze e delle illusioni, il tutto sanzionato ed istituzionalizzato dal matrimonio, secondo Tolstoj la trappola che preclude l'accesso alla Verità divina. E lo dice per bocca del protagonista: Pozdnysev.
Pozdnysev è un personaggio sincero, credile, è molto facile riconoscersi nella sua vicenda: quanti di noi non avranno provato, almeno una volta, il morso della gelosia? Quanti di noi non avranno avuto la tentazione di trattare il partner come oggetto, come possesso? E quanti di noi, alla fine, non si saranno accorti della vanità distruttiva ed autodistruttiva di tutto ciò?
Nel romanzo non viene quasi mai meno la partecipazione del lettore, anche nel momento clou del dramma, eccezion fatta quando ci si accorge che i personaggi sono trattati in modo non polifonico, è sempre e solo un punto di vista ad emergere, tanto nella descrizione del marito quanto in quella della moglie.
Si sa, dalle descrizioni fatte dai conoscenti dell'autore, che nel momento in cui scrisse il romanzo, Tolstoj affrontava una situazione analoga a quella descritta, dove il sentimento di gelosia non era né più né meno che quello del maschio privato del suo possesso. Eppure non viene meno il carattere analitico delle situazioni descritte.
A mio avviso, soprattutto in questo periodo storico, molti dovrebbero accostarsi a questo romanzo, soprattutto coloro che ritengono di possedere qualcun altro, coloro che si sentono in diritto di colpirlo e ferirlo in nome del loro onore ferito: è bene ricordare che il cosiddetto delitto d'onore è stato abolito, almeno in Italia, nel 1981.
Recensione di "Sonata a Kreutzer", di Lev Nicolaevic Tolstoj, Feltrinelli, 2014.
Argomento: Romanzo breve
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