La Dodicesima Notte, Eros e gioco del doppio
"Un viso, una voce, un abito. E due persone! Una macchina di illusione creata dalla natura, che è e non è"
Una commedia "matura"
La Dodicesima Notte , una commedia che, per dirla così, alla lettura risulta essere ben più di una semplice "commedia". Commedia in quanto i meccanismi scenici e la lieta conclusione la rendono tale, oltre al tipico schema degli equivoci mutuato dalla commedia latina, in questo caso i Menecmi di Plauto. E' proprio da qui che parte il "gioco del doppio", l'ambiguità, la distorsione della realtà tramite sembianze, gioco su cui poi si basa l'ossatura della commedia; è altresì un gioco basato su coppie di personaggi (Sebastian/Viola, Duca/Olivia, Cesario/Olivia, Olivia/Sebastian e così via) che getta ancora di più il dubbio sulla natura stessa delle cose, lo stesso che, più tardi, o comunque in contemporanea, esprimerà uno dei suoi personaggi più famosi: il principe Amleto, con l'aforisma to be or not to be.
Questa commedia è il prodotto di un'epoca, di una cultura appena uscita dal Medioevo, quella inglese di inizio Seicento, epoca in cui le certezze perdono le proprie coordinate, dalla geografia (la scoperta dell'America), alla religione (la Riforma protestante), alla politica (il regno di Elisabetta); un'epoca che ha gettato le basi per la costruzione del mondo moderno, mondo che tuttavia ancora non ha ancora una forma mentre Shakespeare scrive. Ma è proprio Shakespeare che, sulla scia del pensiero baconiano, supera i propri limiti temporali e arriva alla riflessione secondo cui il dubbio è la condizione stessa del vivere e l'inganno è la base stessa della vita sociale (nella commedia è una condizione sine qua non).
Ultimo, ma non meno importante in quanto proprio del genere, è la forte carica di Eros che fa intendere le sue trame, di atto in atto, Olivia con Cesario, il Duca con Olivia, Viola con il Duca, e la conclusione topica è, appunto, nella celebrazione delle nozze. Anche questa, però, è mera illusione: non è Eros il burattinaio, egli stesso è manipolato dal Dubbio. La musica finale del clown ci offre la spiegazione: ogni cosa è effimera, il giorno dopo è passibile di cessazione, un po' come un sipario che si chiude. E' una tristezza velata ma un pensiero maturo, in fondo.
Recensione di "La Dodicesima Notte", di William Shakespeare, Feltrinelli, 2018.
Argomento: Commedia
Anno di pubblicazione: 1600
