Il Sogno di Alessandro, re dei tre continenti

31.07.2018

Mai come nel caso di Alessandro Magno, l'uomo, il sovrano e il mito hanno costituito un insieme abbastanza unitario. Non a caso, per gli stessi musulmani, che lo chiamano Iskandar, l'essere dalle tre corna, è un soggetto semidivino. Eppure, nella trattazione della Landucci, il perno verte sulla contrapposizione tra il sogno di re, il sogno di un mondo unito, senza differenze tra dominatori e dominati, e quello dei suoi compagni e amici di sempre, i Diadochi, che invece consideravano le conquiste come un patrimonio personale da ingrandire e ampliare a spese altrui, segno di una immensa cupidigia. Ma, come sottolineato da Plutarco, Arriano e Giustino, al di sopra degli stessi generali macedoni, si è elevata la Legge degli dei, la legge che punisce la tracotanza e fa crollare i regni. Uno dopo l'altro, in effetti, i regni ellenistici cadranno per le guerre continue e per l'intervento finale di uno Stato più forte, la res publica romana. Ma questo né Lisimaco, né Seleuco o Tolomeo potevano saperlo; e se non sopravvivono i regni, di contro sopravvive la concezione orientale del potere, potere assoluto da servire per non esserne soffocati. La Storia poi lo dimostra ampiamente.

Recensione de "Il Testamento di Alessandro", di Franca Landucci, Editori Laterza, 2014.

Argomento: Storia Antica

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