Dischi che devi ascoltare: "Alessandra" dei Pooh

16.09.2021

Ultima fermata per Riccardo Fogli, sale a bordo Stefano D'Orazio

Quarto album in studio del noto gruppo italiano, uscito il 28 ottobre 1972, il primo in cui figura Stefano D'Orazio alla batteria. E' da poco, ormai, che il fondatore e batterista Valerio Negrini ha abbandonato la scena per ritirarsi dietro le quinte, divenendo uno dei principali autori della band, in questo caso con Gianfranco Monaldi. Come si presagisce dalla copertina stessa, questo album ruota tutto intorno alle canzoni d'amore, ma non più quell'amore ottimista e dall'esito positivo sulla scia degli umori sessantottini, no. Qui l'amore assume connotati che rimandano sia alla sfera dell'infelicità sia a quella del dubbio, insomma, quello che poi, nella realtà, è. Questo è, purtroppo, anche l'ultimo album con Riccardo Fogli, il quale uscirà dal gruppo poco dopo l'uscita di "Alessandra".

L'album si apre con La nostra età difficile, brano connotato da una certa malinconia, la noia del protagonista che, nella sua giovane età, si sente ingabbiato dalla vita ripetitiva impostagli dai genitori, nella monotonia di un giorno che "passerà come ieri".

Il lato A del disco (perchè, ricordiamocelo, questi album sono usciti prima in formato LP) prosegue con uno dei brani più popolari dei Pooh: Noi due nel mondo e nell'anima , il quale tratta, con toni più tristi del brano precedente, la fine di una relazione, la quale termina a causa di incomprensioni tra i due partner, conditio a cui si può porre rimedio guardandosi dentro, la celebre frase "la verità siamo noi" vuol significare proprio questo.

Il terzo brano nella lista, Mio padre una sera, ripropone il tema dell'incontro/scontro con i genitori arricchito dalla fine della relazione del figlio/protagonista, relazione che, a quanto pare, è stata ostacolata dalla famiglia di lui e che, proprio nel momento in cui viene accettata, termina, ma questo il protagonista lo tiene per sè, forse per evitare di affrontare un ovvio discorso con il padre.

Quarto brano del lato A, Nascerò con te, è un altro brano molto popolare dei Pooh: appare, per la prima volta nel corso del disco, il tema della nascita di un figlio, qui il figlio diventa padre e si invertono i ruoli che hanno contraddistinto i protagonisti dei brani precedenti, personaggi che, di base, sono ancora precoci e per loro stessa natura non pronti a questo grande avvenimento.

Io in una storia, brano successivo, si apre con un delicato arpeggio di chitarra, il quale funge da preludio a un'esperienza intima, consumata in segreto nella casa dei genitori della ragazza; tuttavia, nella realtà della trama, le illusioni del protagonista si scontrano contro la cruda realtà di una partner che reclama la propria emancipazione aprendo una finestra sul tradimento e sulle relazioni occasionali: comprendiamo che, per gli anni '70, questo tema doveva essere piuttosto scottante, in quanto solo all'uomo, nella mentalità comune, era concesso tradire. In questa situazione è proprio l'uomo a rimanere scottato da questa presa di coscienza della compagna, la quale reclama pienamente il diritto alla vita, lasciandolo così un personaggio comprimario.

La chiusura del lato A, Col tempo, con l'età e nel vento, tratta ancora una volta dell'amore infelice, una storia che non finisce sicuramente bene. Chi racconta questa canzone in prima persona inizia a farlo cercando di dimostrare la propria estraneità al dolore causato dalla rottura; procedendo avanti con l'ascolto, tuttavia, ci si accorge ben presto che l'amore verso la persona amata non è finito, è vivo dentro di lui, se lo trascina dietro e ne soffre, anche se il proposito di dimenticarlo resta un punto fermo.

Il lato B si apre con una figura nuova ed insolita per le figure adolescenziali del lato precedente: una ragazza madre. Signora è proprio questo, una giovanissima madre che cresce un figlio in solitudine, il che la spinge a sentirsi una persona adulta ed indipendente, una sorta di Lady Madonna all'italiana. Si intuisce dal racconto come, in effetti, il padre di suo figlio sia un uomo molto più grande di lei, il quale, con una lieve nota di egoismo, le rimprovera di voler fare a meno di lui nella sua corsa all'indipendenza. Insomma, anche in Italia i tempi stavano cambiando.

Cosa si può dire di te? è l'amore stesso il protagonista, quel "primo amore" che nasce e poi facilmente si disperde nei meandri del tempo, e che riaffiora nei momenti di debolezza, momento in cui ci si chiede chissà come sarebbe andata se avesse proseguito il suo cammino mano nella mano, lasciando, al termine, un sacco di domande irrisolte. La vita, così come la storia, non si fa con i "se" e senza i "ma".

Il terzo brano del lato B, Via lei, via io, riprende, in un certo senso, la tematica di Io in una storia, con l'uomo protagonista che si rende conto di essere un personaggio comprimario nella vita di una partner che non gli da soddisfazione alcuna, il che lo lascia solo a vagare per le strade deserte, chiedendosi chi è lui, soffrendo ma che non ammetterà mai di fronte a lei di star male a causa sua, oscillando tra momenti di bassi e momenti di alti. Una punta di orgoglio velato di tristezza, in sintesi.

Donna al buio, bambina al sole ripropone in senso più "adulto" un amore ostacolato dalla famiglia: in questa storia la famiglia di lei, una famiglia probabilmente molto conservatrice, le impone una vita fatta di pudicizia e apparenze, probabilmente per salvaguardare il proprio buon nome. La ragazza, ormai una donna, si trova a proprio agio e piena di vita solo nelle braccia del compagno, il quale la esorta più volte a dire al mondo della loro storia d'amore, a rinunciare alle apparenze, cercando di infonderle con gesti dolci un po' di coraggio, affinchè anche ella possa manifestarsi in tutto il suo splendore, dimenticando il buon nome e le convenzioni sociali.

Quando una lei va via , penultima traccia del lato B, racconta, dopo tante difficoltà dei protagonisti dei brani precedenti, di una relazione che ha passato un momento di crisi, momento in cui ha prevalso l'abitudine e forse anche l'ignorarsi, momento fatto di accuse e di colpe, forse i due amanti si sono detti anche cose spiacevoli. E' qui che, colpo di scena, il protagonista ammette i propri i sbagli e torna a guardare la sua compagna con gli stessi occhi innamorati di sempre, lascia da parte l'orgoglio, facendo intendere una conclusione più che positiva di un brutto momento delle loro vite.

L'ultima traccia, quella di chiusura dell'album, è la title track: Alessandra. Questo brano, insolitamente lungo per la carriera dei Pooh, è il racconto perifrastico di una gravidanza inaspettata. Inizialmente il primo incontro tra i futuri genitori, e successivamente la notizia che lei è incinta. Questo brano è, insieme a Nascerò con te, il secondo che tratta di un figlio che si ritrova padre per la prima volta, a differenza del primo, tuttavia, questa volta il protagonista è pronto a prendersi le proprie responsabilità, accetta le conseguenze del proprio agire e rimane accanto alla madre di quello che sarà suo figlio. Questo brano cantato da Riccardo Fogli è dedicato alla nascita della prima figlia di Roby Facchinetti, chiamata appunto Alessandra.

In sintesi , ascoltando questo disco posso dire che, sul piano testuale, il fil rouge che collega tutte le tracce è una serrata dialettica uomo/donna e tutto il mondo che ruota loro attorno, esistenze costellate da piccoli eventi e persone, tra cui famiglie e terzi incomodi, vite reali con gioie e dolori, sofferenze e momenti di euforia. Se, nel punto centrale del disco, sembra un racconto di vite e storie infelici, esso ha una chiusura lieta, ed è qui che si capisce quale sia il fine di tutto quello che è stato raccontato: la maturazione, in particolare quella emotiva. Dal punto di vista strumentale, risalta immediatamente all'orecchio un uso quasi completo di moog e tastiere, di orchestre e chitarre, timbro caratteristico degli anni '70 e dei Pooh, che non si sconfessano mai durante un'esecuzione. Certo, di dischi migliori ne hanno fatti sicuramente, ma Alessandra è sicuramente una tappa da non perdere nel giro di ascolti.


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